Un parco di abusivi
1 Settembre 2014Stefano Deliperi
Ma un parco naturale può esser bloccato dagli abusi edilizi? Pare di sì. Le associazioni ecologiste Amici della Terra e Gruppo d’Intervento Giuridico onlus hanno inoltrato (21 agosto 2014) una richiesta di informazioni ambientali e adozione degli opportuni provvedimenti alle amministrazioni pubbliche competenti riguardo l’abusivismo edilizio nella striscia agricola di Medau su Cramu – Is Arenas (Comuni di Cagliari e di Quartu S. Elena), nel bel mezzo del parco naturale regionale “Molentargius – Saline”.
Interessati dall’istanza ecologista la Commissione europea, i Ministeri dell’ambiente e dei beni e attività culturali (Organi centrali e periferici), la Presidenza della Regione autonoma della Sardegna, il Servizio regionale valutazione impatti (S.A.V.I.), il Servizio regionale tutela paesaggistica di Cagliari, il Corpo forestale e di vigilanza ambientale, i Servizi edilizia privata dei Comuni di Cagliari e di Quartu S. Elena, il Consorzio di gestione del parco naturale regionale “Molentargius – Saline” e, per opportuna informazione, la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cagliari.
E’ un po’ il segreto di Pulcinella che l’abusivismoedilizio entro l’area naturale protetta costituisca il più pesante ostacolo alla predisposizione del piano del parco – il fondamentale strumento di pianificazione e gestione dell’area naturale protetta (qui le linee guida) – e, in definitiva, allo stesso positivo decollo sotto tutti gli aspetti del parco naturale.
Secondo le informazioni disponibili, acquisite formalmente dalle Amministrazioni pubbliche competenti negli anni scorsi, nell’area di Molentargius – Saline vi sono circa 190 casi di abusivismo edilizio in Medau su Cramu – Is Arenas, dei quali almeno 12 già dichiarati insanabili: il Comune di Quartu S. Elena aveva comunicato1 la sussistenza, nell’area in argomento, di 9 concessioni edilizie in sanatoria (complessivi mc. 5.074) e di 4 dinieghi, mentre il Comune di Cagliari aveva comunicato2 la sussistenza, sempre nella predetta area, di nessuna concessione edilizia in sanatoria e di 8 dinieghi. Inoltre, le due Amministrazioni comunali avevano reso noto la permanenza in sospeso di 34 casi in attesa del necessario pronunciamento dell’Assessorato regionale P.I. e BB.CC. – Ufficio tutela paesaggio in ordine al vincolo paesaggistico nel territorio comunale di Quartu S. Elena e di 138 casi nel territorio comunale di Cagliari, dove la volumetria complessiva realizzata risultava pari a mc. 50.000. L’Ufficio regionale Tutela Paesaggio di Cagliari aveva, in un primo tempo (nota n. 1601 del 22 febbraio 2001), reso noto che, in materia di tutela paesaggistica, “dal gennaio 1982 … sono stati rilasciati n° 43 pareri favorevoli. Non sono stati ancora emanati i provvedimenti sanzionatori … in quanto in fase di elaborazione”. Successivamente (nota prot. n. 5463 del 25 settembre 2002) comunicava di aver rilasciato n. 4 pareri favorevoli e n. 8 provvedimenti sanzionatori.
Alle amministrazioni pubbliche competenti è stato, quindi, chiesto:
* numero dei casi di abusivismo edilizio totale e parziale riscontrati e sanzionati;
* numero dei casi di abusivismo edilizio totale e parziale oggetto di concessioni edilizie in sanatoria;
* numero dei casi di abusivismo edilizio totale e parziale oggetto di autorizzazione paesaggistica in sanatoria;
* numero dei casi di abusivismo edilizio totale e parziale oggetto di procedure di valutazione di incidenza ambientale;
* numero dei casi di abusivismo edilizio totale e parziale in attesa di esame dell’istanza di condono edilizio;
* numero dei casi di abusivismo edilizio totale o parziale oggetto di provvedimenti di demolizione e di ripristino ambientale;
* numero dei casi di abusivismo edilizio totale o parziale oggetto di esecuzione coattiva in danno del trasgressore dei provvedimenti di demolizione e di ripristino ambientale.
Vari tentativi esperiti nel corso degli anni di predisposizione di un piano di risanamento urbanistico (con cospicui òneri finanziari a carico pubblico) da parte del Comune di Cagliari non hanno avuto seguito. Lo stesso piano urbanistico comunale (approvato definitivamente nel 2003) ha visto, nel corso del suo lungo e travagliato iter procedimentale, l’annullamento disposto dal Comitato Regionale di controllo (ordinanza n. 000647/025/2001 del 25 maggio 2001) delle previsioni di cui all’art. 31 normativa di attuazione (“ambiti di salvaguardia specifica – zona “A R”, Parco Is Arenas e zona “A S”, Saline), che vi indicavano un piano di risanamento urbanistico (P.R.U.). Infatti, oltre alle normative ambientali che impediscono alcuna “sanatoria” generalizzata, risulta assente il requisito fondamentale dell’indice minimo di compromissione territoriale (0,40 mc/mq) previsto dall’art. 28 della legge regionale n. 23/1985 e s.m.i., trattandosi – per il solo Comune di Cagliari – di un’area di 200 ettari con circa mc. 50.000 complessivi di strutture abusive (indice di compromissione reale di 0,25 mc/mq).
Analogamente appaiono non percorribili sul piano giuridico eventuali ipotesi di sanatoria in via legislativaregionale, perchè in palese violazione delle competenze statali esclusive in materia di tutela del paesaggio, degli ecosistemi e dei beni culturali di cui agli artt. 9 e 117, comma 2°, lettera s, cost., come indica la giurisprudenza costituzionale costante (fra le più recenti Corte cost. n. 210/2014; Corte cost. n. 308/2013, proprio riguardo la Sardegna).
La zona umida Stagno del Molentargius – Saline costituisce uno dei compendi naturalistici più importanti del Mediterraneo e, giustamente, è tutelata con vincoli ambientali rilevanti. Infatti, è classificata zona umida di importanza internazionale in seguito alla convenzione internazionale di Ramsar (D.P.R. n. 448/1976, D.M. 17 giugno 1977), conseguentemente è tutelata con specifico vincolo paesaggistico (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.) e con specifico piano territoriale paesistico (decreto Ass.re reg.le P.I. e BB.CC. del 12 gennaio 1979), che – nello specifico – individua l’area di Medau su Cramu – Is Arenas quale “zona C 1 – conservativa naturale e sistema” dove “è vietata l’edificazione” ad esclusione della realizzazione del depuratore consortile e del piano di zona 167 Costa Bentu. L’area è, inoltre, tutelata con specifico vincolo di conservazione integrale (legge regionale n. 23/1993) e rientra nel sito di importanza comunitaria (SIC) “Stagno di Molentargius e territori limitrofi” (codice ITB040022) di cui alla direttiva n. 92/43/CEE sulla salvaguardia degli habitat naturali e semi-naturali, della fauna e della flora. Con legge regionale n. 5/1999 vi è stato infine istituito il parco naturale regionale “Molentargius – Saline”, tuttora con vita difficile.
Sarebbe ora di affrontare seriamente il problema nevralgico dell’abusivismo edilizio a Molentargius, tenendo ben ferma la barra su quanto indica la legge e il buon senso: demolizione e ripristino ambientale dove vi sono abusi edilizi insanabili, sanatorie edilizie esclusivamente ove condonabili. In seguito anche il cammino del piano del parco e del parco stesso sarà molto meno difficile.
qui la tavola dell’edificazione all’interno dell’area naturale protetta: gli edifici realizzati dopo il 1992 (in rosso), anno di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del piano territoriale paesistico “Molentargius – Monte Urpinu”, sono assolutamente da monitorare.
1 Note n. 11827 del 20 marzo 1998, n. 123/01 del 12 febbraio 2001, n. 187/02 del 14 gennaio 2002, n. 1205/03 dell’11 novembre 2003 e n. 289/05 del 5 aprile 2005.
2 Note n. 3974 del 28 settembre 1999 e n. 617 del 4 febbraio 2002.
2 Settembre 2014 alle 05:06
[…] su Il Manifesto Sardo (“Un parco di abusivi”), n. 175, 1 settembre […]