Amate sponde
1 Novembre 2008
Stefano Deliperi
Il Consiglio regionale sta esaminando la proposta di legge regionale n. 11-204-290/A in materia di governo del territorio nel testo unificato predisposto dalla IV Commissione permanente. E’ un testo molto importante per la Sardegna in quanto andrà a costituire una delle norme fondamentali per la tutela e la gestione dell’Isola. Eppure c’è grande silenzio su di esso. Silenzio assordante da parte delle associazioni imprenditoriali, silenzio assordante da parte degli Enti locali (a parte il parere fortemente negativo del luglio scorso da parte del Consiglio delle Autonomie), silenzio assordante da parte degli urbanisti (I.N.U. compresa), silenzio assordante da parte del mondo universitario. Isolata la critica del prof. Eddy Salzano, uno dei più importanti pianificatori italiani, presidente del Comitato scientifico di consulenza sul piano paesaggistico regionale. Anche le forze politiche hanno tenuto il dibattito consiliare sotto traccia. Solo l’intervento appassionato, come di consueto, di Luigi Cogodi. Non ho avuto modo di vedere prese di posizione pubbliche nemmeno da parte delle associazioni ambientaliste, con esclusione degli Amici della Terra e del Gruppo d’Intervento Giuridico. Ben diverso il clima e le discussioni, anche molto accese, prima dell’approvazione della legge regionale n. 45/1989, l’attuale legge di governo del territorio, e delle varie modifiche che seguirono negli anni 1990-1993. Eppure l’importanza della norma avrebbe dovuto suggerire un percorso ed un’attenzione molto più incisivi. E’ vero che il Presidente della IV Commissione permanente on. Stefano Pinna chiese a numerosi Soggetti sociali delle “osservazioni” sul testo in esame, ma il tutto si concluse in pochi giorni (fine maggio – inizio giugno 2008), senza nemmeno le rituali audizioni. E, all’arrivo in Aula, le sorprese. Tralascio le altre critiche costruttive che potrebbero esser fatte su un testo che presenta comunque alcune positive novità (introduzione della V.A.S., maggiori controlli sulla pianificazione locale, ecc.) per evidenziare una previsione che costituisce un pesantissimo passo indietro negativo, assolutamente da evitare: l’abrogazione del vincolo di conservazione integrale della fascia costiera dei mt. 300 dalla battigia marina e di una serie di beni ambientali (es. spiagge, aree archeologiche, zone umide, fasce spondali dei fiumi, ecc.) stabilito dall’art. 2 della legge regionale n. 23/1993. L’abrogazione dell’intera legge, infatti, prevista dall’art. 49, comma 1°, lettera f, del testo proposto porterebbe al travolgimento anche della misura di tutela, demandata soltanto alla pianificazione paesaggistica. Un folle passo indietro in palese contrasto, a puro titolo di esempio, con la dichiarata e perseguita azione della Giunta regionale per la sacrosanta tutela dell’area archeologica di Tuvixeddu (Cagliari), la cui salvaguardia verrebbe incredibilmente depotenziata. Per non parlare della sciagurate conseguenze riguardo alle sponde dei corsi d’acqua che attraversano aree a rischio idrogeologico, come ampiamente testimoniato dalla recente calamità innaturale abbattutasi su vaste zone del Cagliaritano, con il solito tributo di vite umane e pesanti danni ambientali ed economici. In seguito alla nostra denuncia pubblica (vds. La Nuova Sardegna, edizione del 22 ottobre 2008) vari consiglieri regionali del centro-sinistra si sono affrettati ad assicurare che le disposizioni di salvaguardia rientreranno nel testo definitivo. Aspettiamo di leggerlo nero su bianco. Tuttavia, con un po’ di amarezza, non rimane che constatare il perdurante silenzio di tanti, troppi. Sarò distratto, ma nemmeno un fiato neppure dai tanti difensori di Tuvixeddu: altro che 431 tombe scomparse, qui si rischia la scomparsa di una delle più efficaci norme di tutela per coste, fiumi, beni culturali. Un bel modo di festeggiare il Coast Day…
Stefano Deliperi (Gruppo d’Intervento Giuridico, Amici della Terra)