Una risposta a Bustianu Cumpostu di Sardigna Natzione sulla riduzione del numero dei parlamentari
16 Settembre 2020[Claudia Zuncheddu]
Un “voto non motivato”? – “Non voto Italia”? Non ci si può rassegnare così Bustianu. Finché la Sardegna farà parte del sistema politico italiano è nostro dovere combattere con l’unica arma a nostra disposizione: il voto.
Così come con le nostre professioni dipendiamo spesso da un ordinamento statale a cui noi sardi in questa fase non possiamo sottrarci. Pensa agli insegnanti Bustià! Ai pensionati dello Stato come te, Bustià! Al nostro passaporto Bustià…“Unione Europea-Repubblica Italiana”. Eppure oggi non possiamo farne a meno.
Per difendere i nostri diritti, nessun processo di indipendenza sarà mai possibile se non abbiamo forza contrattuale sui banchi del potere. E’ su quei banchi che ci stanno togliendo i diritti a non ammalarci, a curarci, a istruirci, a vivere in un ambiente sano e con il diritto al lavoro. Per paura di ribellioni hanno ben pensato alla Riforma costituzionale per restringere gli spazi democratici e anticipare forti repressioni, vedi il Decreto Sicurezza di Salvini & C. che è costato e costerà tante vessazioni anche ai nostri pastori. Noi siamo l’anello più debole di questo sistema e pagheremo prezzi alti, Bustià. E’ per questo che dobbiamo votare NO, per salvare il diritto di partecipazione di noi sardi nelle sedi decisionali dello Stato anche se la nostra rappresentanza, già debole, fino ad oggi non ha brillato per la difesa dei nostri diritti.
Il No degli indipendentisti ai tagli alla democrazia, non ha nulla a che vedere né con i SI né con i NO strumentali dei partiti politici italiani, sempre più confusi e incoerenti. E’ in primis un problema nostro di sopravvivenza politica. Non è una questione di numero ma di qualità politica degli “onorevoli”. Il voto No ai tagli, è per avere rappresentanze plurali, credibili, autorevoli e capaci di farsi sentire nelle sedi decisionali.
Lo stesso “silenzio indipendentista” fu letale anche sulla riduzione dei consiglieri regionali da 80 a 60. Allora, la sottoscritta fu la sola in Consiglio a sostenere le ragioni delle minoranze anche presentando un proposta di legge che tagliava realmente i costi della politica mantenendo inalterato il diritto alla rappresentanza e alla democrazia. Le minoranze politiche furono escluse per privilegiare la malattia politica del “bipolarismo italiano” di allora e il “tri-polarismo” di oggi.
Abbiamo perso rappresentanze nella massima assemblea dei sardi e ciò è stato un passaggio propedeutico da un sistema democratico rappresentativo ad un sistema oligarchico con concentrazione del potere e dei privilegi nelle mani di un casta sempre più ristretta. Ciò accrescerà lo strapotere delle segreterie dei partiti italiani sempre meno controllabili e la nostra esclusione.
Claudia Zuncheddu è la portavoce di Sardigna Libera