Una strada nuova?
9 Marzo 2018[Antonio Muscas]
Una riflessione di Antonio Muscas sull’assemblea di “Caminera Noa” del 18 marzo a Bauladu (Red).
Durante l’ultima tornata elettorale, a seguito del lancio di Potere al Popolo, c’è stato in Sardegna un tentativo di costituire un Potere al Popolo Sardo, un soggetto autonomo in grado di relazionarsi alla pari con PaP, in un rapporto paritetico e perciò non periferico e non ad esso subalterno. L’iniziativa, promossa da soggetti e organizzazioni politiche che, per semplificare, possiamo definire autodeterminazioniste, hanno trovato totale consenso e condivisione da parte di PaP, mentre, paradossalmente, i soggetti politici riconducibili a Prc e Pdci, hanno palesato, in maniera talvolta accesa, come il tema dell’autodeterminazione sia da loro ritenuto poco degno di attenzione, secondario rispetto ai grandi temi che secondo loro questo mondo grande e difficile ci propone. Come se un tema escludesse gli altri, o che si potessero disporre temi parimenti importanti su diversi livelli di priorità.
Tra noi e questi soggetti, ancora legati alle vecchie dinamiche da cui da tempo abbiamo preso le distanze, non credo ci siano gli estremi per trovare un’accordo, avendo dimostrato quanto abissale sia la distanza che ci separa.
Non è stata da loro elaborata e fatta propria ciò che per noi è divenuta invece necessità. Così come non sono stati neppure capaci di sfruttare l’opportunità di accogliere le nostre istanze e, pertanto, quelle di una fetta crescente di cittadini a cui invece stanno aprendo le porte organizzazioni e movimenti caratterizzati da una evidente e pericolosa deriva a destra e il cui unico interesse è lo slogan a fini personali.
Ho ritrovato negli incontri con questi soggetti le stesse pratiche e dinamiche logore da cui son sempre rifuggito e che, come dimostrano i numeri, li costringono oramai a posizioni marginali, incapaci come sono di farsi realmente interpreti e propositori delle soluzioni di cui la nostra società ha necessità.
Il fallito, per ora, tentativo di costruire un PaP Sardo, associato alla decisione, presa qualche giorno dopo le prime assemblee sarde di PaP, da parte di Progetto Autodeterminatzione di presentarsi da soli alle elezioni, senza neppure compiere un tentativo di convergere, di inserirsi in quel processo e/o provare a costituire un gruppo unico nel tentativo di dettare la linea, ha evidenziato ancora una volta la frammentazione dei numerosi gruppi politici sardi dell’autodeterminazione, in cui il leaderismo ha prevalso sulla necessità di aggregazione e di compiere il necessario salto di qualità. Nonostante le accomunanze siano di gran lunga superiori alle discordanze, si rifugge dal confronto, preferendo gli slogan e la semplice somma di sigle, utile certo a fare numero e garantire posizioni di vertice, ma incapace di elaborare soluzioni praticabili, in particolare quando chi le propone non ha reale rapporto con i territori e non svolge la necessaria e indispensabile pratica politica.
La vittoria dei 5 stelle in Sardegna, come già da altri è stato specificato, è l’evidenza di quanto l’elettorato sia più avanti della classe politica sarda. Evidenzia l’assenza di una classe politica adeguata e all’altezza, capace di farsi portatrice delle istanze della Sardegna.
L’esperienza di PaP Sardo ha però avuto il merito di stimolare in tanti la necessità di rilanciare l’azione politica in Sardegna, facendo emergere ancora di più la necessità di un percorso di elaborazione sardo, intendendo con ciò un percorso di costruzione di un processo politico in ambito internazionale, centrato in Sardegna ma connesso e in stretta relazione coi movimenti di liberazione accomunati a noi dallo stesso spirito e dalle stesse ambizioni.
Caminera Noa può in questo senso rappresentare lo strumento adeguato di elaborazione politica ad alto livello e di formazione di una nuova classe dirigente. Dipenderà tutto da noi: dalla profondità e ampiezza delle nostre visioni, dalla nostra capacità, dal nostro spirito di condivisione e da quanto saremo capaci di camminare tutti insieme, rinunciando, ove necessario, a mire personalistiche in nome di valori più alti.
Caminera Noa si presenta come un laboratorio politico, aperto al confronto e a chi ne condivide i valori di principio, nato per costringere e costringerci ad un confronto serio e serrato.
Se realmente vogliamo superare questa terribile fase di arretratezza e continuo declino, non possiamo pensare semplicemente di vivacchiare, limitarci a fare testimonianza o tentare di mettere qualche pezza qua e la. Abbiamo bisogno di volare alto e perciò di darci un forte scossone. Non ci sono vie di mezzo quando si è sull’orlo del baratro: o si cambia repentinamente direzione o si casca.
Per chi vuole intraprendere questo percorso devono essere chiari la difficoltà del compito e l’impegno da profondere.
16 Marzo 2018 alle 21:50
Io trovo che sia molto onorevole invitare ad un confronto serrato, e dovrebbe essere, e così l’avevo interpretato, evidente esigenza di chiarezza e di pariteticità con le parti invitate al confronto. Certo, se poi l’incipit è un attacco a Potere al Popolo, aggregazione in divenire, se l’incipit preconizza un fallimento di Palp sardo, quando la discussione all’interno di Palp Sardegna è in nuce e in molti stiamo ragionando in quel senso, mi viene da intravvedere più che i toni di un dibattito quelli di un processo che taglia fuori una “piccola” fetta di interlocutori. Dunque, ragioniamo su chi vuole segare le gambe alla riflessione interna a PalP dandola già per esaurita e su chi vuole amplificare la frammentazione dei numerosi gruppi politici sardi dell’autodeterminazione. Cercate il confronto o volete dettare la linea? Va tutto bene ma qualsiasi sia l’operazione che potrebbe nascere da una legittima esigenza politica non deve poggiare per forza di cose sulle ceneri di PalP o su recriminazioni per le quali non si sono mai volute sentire ragioni. Se questi sono i prerequisiti, riguardo al possibile coinvolgimento dei compagni indipendentisti di PalP, vuol dire che la strada del confronto è ancora molto accidentata.