Uno sciopero per la scuola pubblica

8 Maggio 2024

[red]

Il sindacato dei COBAS Scuola ha organizzato in occasione dello sciopero della scuola per giovedì 9 maggio dalle ore 10.00 una manifestazione con dibattito sotto il Consiglio Regionale a Cagliari in Via Roma, pubblichiamo il loro comunicato.

In un quadro nazionale e internazionale caratterizzato dall’escalation bellica e dalla nuova militarizzazione, dal massacro del popolo palestinese, dalle continue morti sul lavoro, e da una nuova ondata di autoritarismo che sta corrodendo le istituzioni delle cosiddette democrazie liberali, unito ad un pesante taglio alla spesa sociale, i Cobas hanno indetto lo sciopero della scuola per il 9 maggio, giorno nel quale nella scuola primaria si svolgeranno le prove Invalsi.

A vent’anni di rilevazioni dei rapporti Invalsi, fondate su prove standardizzate, decontestualizzate, parziali, e pensate per risposte in velocità non è seguito alcun intervento per migliorare la qualità dell’istruzione. E con il D.L. n. 19 del 02.03.2024 (attuazione PNRR) i risultati delle prove INVALSI saranno inseriti nel curriculum degli studenti.

In questi giorni nel Parlamento italiano si decidono anche le sorti dell’Autonomia differenziata, che, se realizzata, porterebbe alla frantumazione del sistema unitario di istruzione : tutte le materie di competenza esclusiva dello Stato o in parte divise tra Stato e Regioni, passerebbero a queste ultime, con la creazione di ventuno sistemi scolastici diversi. L’Autonomia Differenziata aumenterebbe la distanza tra Nord e Sud nel sistema scolastico, le diseguaglianze sociali e la diversità di diritti tra i cittadini/e delle varie Regioni, come è già avvenuto per la sanità.

Anche quest’anno si è proceduto a un nuovo dimensionamento scolastico, cioè ad un’ulteriore riduzione degli istituti scolastici: sono stati soppressi 366 istituti, di cui 36 in Sardegna. E si è progettatala riduzione a quattro anni dei corsi di studio degli istituti tecnici e professionali e inventato il Liceo Made in Italy.

Si sono istituite le figure dei docenti tutor e dei docenti orientatori, gli unici ai quali vengono destinati aumenti stipendiali, mentre continua la campagna di denigrazione della categoria docente, attaccata da genitori e dirigenti scolastici, che ha l’effetto di squalificare l’istruzione. 

Per riqualificare la scuola pubblica occorrono ben altre misure: in primis incrementare gli organici del personale ATA, ormai ridotto allo stremo per l’aumento insostenibile dei carichi di lavoro; in secondo luogo aumentare gli stipendi di tutta la categoria in modo da recuperare il potere di acquisto perso negli ultimi anni; in terzo luogo ridurre il numero di alunni/e per classe e aumentare le ore di sostegno agli alunni in situazione di disabilità; e istituire il ruolo unico della professione docente, dalla scuola dell’infanzia alla scuola superiore. E soprattutto, occorre mettere fine alla condizione di precariato che, con oltre duecentomila precari, caratterizza il lavoro nella scuola italiana da decenni, nonostante le continue promesse, mai mantenute, di stabilizzazione del personale.

C’è un modo semplice per assicurare la stabilità dei docenti: riattivare il doppio canale di assunzione, cioè l’immissione in ruolo da concorsi e da graduatorie permanenti.

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