Un’ondata lunga lunga
22 Febbraio 2011Redazione
In queste ore anche in Libia vi è una forte ribellione. Ben Ali e Mubarak, in Tunisia ed in Egitto, hanno ceduto il comando. Sembra destinato a questa sorte anche Gheddafi.
Centinaia i morti.
Un’ondata che attraversa il nord-Africa e le tradizionali leadership autoritarie e tribali: sembra ambigua forse anche perché non riusciamo a capirla completamente. Ma sicuramente popolare e giovane. Chiede cibo, lavoro, diritti e cultura di una modernità che – attraverso i suoi strumenti reticolari e digitali – può mettere in contatto moltitudini sfruttate. Esige una democrazia da costruire.
Di fronte a questo, l’Occidente è in imbarazzo. I nostri governanti, al solito, sono i più imbarazzanti di tutti.
Berlusconi non ha voluto disturbare telefonicamente Gheddafi. Frattini ha appoggiato il figlio, che ha minacciato i manifestanti e sta mantenendo in queste ore le sue minacce. L’aggiustamento che stanno proponendo da ieri sera è, al solito, ipocrita e opportunista.L’impressione, non certo bella, è che petrolio e quote immigrati siano stati, nella prima e più sincera reazione diplomatica, più importanti del chiedere che almeno si interrompesse il bombardamento sui civili. L’appoggio dato ha fatto sentire meno solo chi ha ordinato i bombardamenti sui manifestanti.
***
L’uso della rete e delle televisioni (l’altro giorno alcune donne tunisine, approdate a Lampedusa dall’ennesimo barcone, hanno detto: in Tunisia mi vedranno, e io non potrò più tornare, perché lì non posso più vivere) da parte dei ribelli ai regimi autocratici nord-africani è esemplare. Gli internauti tunisini, libici ed egiziani, le giovani generazioni della rete, ci daranno qualche utile suggerimento per liberarci del nostro rais?
E noi con le nostre piccole miserie. Come faranno ora il ministro Maroni e le motovedette italiane? Quale sarà la fine del Bunga bunga che il colonnello ha suggerito a Berlusconi? E l’ENI?
L’Università di Sassari fermerà il procedimento della laurea honoris causa da assegnare a Gheddafi? Che punto di equilibrio troverà l’ENI per i suoi interessi?
Mentre vi riproponiamo i collegamenti a due nostri articoli che parlavano di Gheddafi: “Gli ideali non muoiono” e “Non moriremo democristiani” ci auguriamo che qualcuno colga e valorizzi il senso democratico di questa ondata globale, che già tocca altri paesi del nord-Africa e del Vicino Oriente. Che in particolare gli studenti e le culture si parlino, e costruiscano le connessioni per rendere reale un movimento in movimento, per sua natura e bisogni, oltre i confini nazionali di ognuno di noi, e intanto molto mediterraneo.