Verso la Coalizione sociale
1 Aprile 2015Franco Tronci
Un sindacato, la FIOM-CGIL, ha promosso, il 28 marzo, una grande manifestazione a Roma per proporre la nascita di un’aggregazione sociale, plurale nelle sue componenti e alternativa alla politica del governo guidato dal PD.
Tale evento pone fine al dualismo partito-sindacato ed alla pratica della “cinghia di trasmissione” consegnataci dall’Ottocento.
La mancanza di una reale autonomia dell’organizzazione sindacale, spesso sopportata con fastidio dalle avanguardie operaie e nelle categorie più avanzate, era, un tempo compensata dalla cooptazione in ambito politico dei dirigenti sindacali più fedeli alla linea del partito. In tal modo, per molti di essi, l’attività sindacale costituiva il primo gradino di un cursus honorum che si concludeva, talvolta, in Parlamento e nelle istituzioni dello stato.
Oggi non è più così come dimostra la vicenda sindacal-politica di un personaggio importante come Sergio Cofferati in Liguria, escluso dalla competizione elettorale regionale da primarie truffaldine.
Dopo la caduta del Muro di Berlino, un lento ma decisivo allontanamento da qualsiasi prospettiva di classe degli eredi del PCI e l’accettazione delle regole della globalizzazione capitalistica (finanziarizzazione dell’economia, flessibilità del lavoro, abbattimento del welfare e affidamento dei destini dell’individuo alla competitività del “mercato”,ecc.) hanno lasciato priva di rappresentanza politica e parlamentare i lavoratori e scavato un solco profondissimo fra questi e il partito che tradizionalmente li rappresentava.
Nel solco hanno tentato di incunearsi la CISL e l’UIL pensando, peraltro con scarsi risultati, di isolare il sindacato più importante.
La condizione dei lavoratori si è aggravata ulteriormente allorquando il governo Renzi, alleandosi con la destra, ha sferrato un violento attacco alla Costituzione e allo Statuto dei lavoratori.
Negli anni duri della crisi lotte esemplari ,per durata e forma, condotte da lavoratori organizzati e movimenti spontanei in tutto il territorio nazionale, nelle fabbriche, nelle scuole, nell’università e nella società, sono rimaste senza risposta. Tutto questo spiega come in tanti abbiano risposto positivamente all’appello della FIOM e la nascita della “Coalizione sociale” si stia configurando come un evento possibile.
Il soggetto che la promuove, rinunciando alla scorciatoia di un nuovo partitino di sinistra, dimostra di essere consapevole del fatto che nel suo cammino dovrà riflettere anche su se stesso per rinnovarsi e per trovare legami più solidi con i lavoratori non sindacalizzati, con i disoccupati, con i movimenti che nella società operano per migliorarla.
Dalla riflessione, forse, potrebbe anche nascere il bisogno di una forma-partito a misura dei tempi nuovi.