Vestite di vita
18 Novembre 2024[Valter Canavese]
Non siete state o stati alla terza edizione dell’evento “Vestiamoci di Vita”? Un peccato, vi siete persi molto.
Organizzata dall’omonima odv, con il patrocinio Azienda ospedaliero – universitaria di Cagliari e del Comune di Cagliari, e con la partecipazione HMG, Biosphaera, Is Femminas, Viviana Altana, Korff, Rilastil, e molti altri. professionisti del make-up, hair stylist, la giornata è stata un viaggio nell’ebbrezza celebrata da Stendhal e dipinta nei visi, nei colori, nell’eleganza delle donne che vi hanno partecipato. Donne, sì, nella loro interezza, non scordando la malattia che fronteggiano, facendo i conti con la paura ma che non indietreggiano. Lo si vedeva dai loro visi in attesa del trucco che ne avrebbe valorizzato i lineamenti ma che soprattutto avrebbe consentito, a noi presenti che le vedevamo, di ammirare tutti gli arcobaleni che abitano in loro.
Non una sbavatura, nessuna convulsione nei preparativi che prevedevano la sfilata. Nei corridoi ottocenteschi del San Giovanni di Dio, ai piedi della statua di marmo del fondatore Franco Angelo Dessi, si svolgeva un elegante valzer tra truccatrici e truccatori, hair stylist e modelle. Chi veniva dalla Toscana, chi era alla sua prima volta, chi poteva dichiararsi veterana partecipando, alla sua seconda edizione. Una cosa le accomunava: la bellezza di ognuna, quella bellezza dove l’estetica c’è, ci sono gli eleganti vestiti disegnati con scie sapienti di colori dalla stilista Viola Palmieri, ma è il fascino che ognuna di loro ha espresso ed esprime che dà valore al tutto
“La forza della Fragilità” questo il titolo scelto dalla dottoressa Maria Cristina Deidda, oncologa e palliativista del San Giovanni di Dio per “raccontare l’importanza di costruire una rete intorno alle persone fragili. Una rete che coinvolga i medici di base, il territorio, gli ospedali e gli hospice, capace di prendersi cura non solo degli adulti, ma anche dei bambini.
Si c’erano anche loro, una piccola banda di bambini che hanno sfilato con i loro costumi di eroi, belli nel guardare gli occhi puntati su di loro e gli applausi che li circondavano.
In questo geyser di vita prepotente rimangono i numeri che rilevano come il 25,7 dei malati in Italia combatte contro malattie incurabili e quasi il 20% fronteggia dolori cronici. La legge 38 del 2010 sulle cure palliative e sulla terapia del dolore ha delle norme molto efficaci, peccato che molte siano ferme al palo. Per questo è auspicabile che alla commozione manifestata dall’assessore alla Sanità della Regione Sardegna Armando Bartolazzi, di fronte a questa giornata d’arte, si affianchi un impegno concreto per lo sviluppo sul territorio delle cure palliative e sul proseguimento del tavolo di lavoro della terapia del dolore.
L’importanza delle cure palliative sta nel racconto di Francesca, “non ce la facevo. Tutta la giornata il dolore non mi lasciava, mi lasciava instupidita, senza forze, senza poter fare nulla. E adesso – e quel sorriso la dice lunga sul poter rinascere ad una vita dove la normalità delle piccole cose è un regalo impagabile – con la cura palliativa. mi alzo, faccio colazione, vado a fare la spesa, vivo”
La sfilata è finita, i palloncini colorati rimbalzano tra bambini e strascichi di vestiti. Tutte felici a fare una foto di gruppo con Jacopo Cullin.
Vedi tutti i colori presenti nei loro occhi e ti rivengono alla mente le parole di Dino Buzzati:” Dà ancora uno sguardo fuori della finestra, una brevissima occhiata, per l’ultima sua porzione di stelle. Poi, nel buio, benché nessuno la veda, sorride”.