Via libera all’aggiornamento del Piano Regionale Gestione Rifiuti Urbani e all’inceneritore di Tossilo
16 Dicembre 2016Red
Via libera all’aggiornamento del Piano Regionale Gestione Rifiuti Urbani e all’inceneritore di Tossilo in barba ai cittadini e ai comuni che hanno lottato e deliberato contro la sua realizzazione.
Ciò che prevedevamo è accaduto! In data 7 dicembre è stata pubblicata sul sito della Regione Sardegna la determinazione del Servizio Valutazioni Ambientali sull’aggiornamento del Piano Regionale Gestione Rifiuti Urbani, in esito alla verifica di assoggettabilità a Valutazione Ambientale Strategica (VAS). La verifica ha stabilito che l’aggiornamento non debba essere sottoposto a VAS in barba ai cittadini e ai comuni che da sette anni richiedono un cambio di rotta sulle politiche della gestione dei rifiuti, sollecitando inutilmente la loro partecipazione alle scelte che interessano il proprio territorio e la propria salute.
L’aggiornamento del piano prevede il mantenimento del polo di incenerimento di Tossilo con il chiaro obiettivo di mettere in sicurezza la realizzazione del nuovo inceneritore e di salvaguardare, prima di tutto, gli interessi della Giunta e dell’apparato regionale, responsabili di atti amministrativi su Tossilo, già giudicati illegittimi e irregolari dal TAR Sardegna e ancora oggi al vaglio del Consiglio di Stato.
Sono proprio le scelte illegittime e irregolari su Tossilo che hanno costituito la base di riferimento per l’aggiornamento del piano che pertanto rimane falsato da analisi e scelte molto discutibili e condizionato da una visione univoca degli estensori del piano aggiornato, rigorosamente a favore dell’incenerimento dei rifiuti.
- Nessun approfondimento sulle tecnologie alternative all’incenerimento;
- nessuna previsione di impiantistica dedicata al recupero di materia;
- nessuna partecipazione di esperti e tecnici del settore del recupero di materia;
- nessuna considerazione delle istanze, delle motivazioni e delle proposte alternative avanzate da comuni e cittadini portatori di interesse.
Le modalità del tutto riservate e prive di qualsiasi coinvolgimento degli enti locali e dei soggetti interessati con cui è stato predisposto l’aggiornamento del Piano regionale di gestione dei rifiuti e la scelta di evitarne l’assoggettabilità a VAS rappresentano l’ennesimo grave atto antidemocratico con cui gli apparati politici e amministrativi della Regione hanno gestito l’intera vicenda. Tali scelte si aggiungono in maniera irresponsabile a una lunga serie di decisioni che hanno via via mortificato la volontà di partecipazione di associazioni, comitati, enti locali o semplici cittadini.
Lo stesso Consiglio regionale esce per l’ennesima volta delegittimato nella sua funzione di programmazione e di indirizzo visto che rimane ancora lettera morta il rispetto dell’Ordine del giorno con cui, il 13 maggio 2015, proprio il Consiglio regionale impegnava la Giunta affinché «prima di intervenire in materia di gestione dei rifiuti, compresi i procedimenti su Tossilo, ponga in essere tutti gli adempimenti per l’effettuazione delle campagne di monitoraggio sullo stato di salute della popolazione nell’area del Marghine nonché su opportuni indicatori biologici, come peraltro previsto dalla deliberazione della Giunta regionale 12/39 del 27 marzo 2015».
Colpisce ancor di più che la decisione di evitare qualsiasi tipo di dibattito e di controllo sulle scelte che la Giunta si appresta a imporre in tema di gestione dei rifiuti, venga ratificata a pochi giorni dall’esito del referendum costituzionale del 4 dicembre scorso.
A nulla sembra sia valsa la grande partecipazione popolare al voto referendario che rimarca la forte volontà dei cittadini di voler partecipare attivamente alla vita politica del Paese.
La decisione della Regione di evitare qualsiasi dibattito e confronto sulla pianificazione in tema di rifiuti con la scelta di non sottoporre a VAS l’aggiornamento del Piano regionale va in direzione diametralmente opposta a quel segnale e calpesta tutte le chiare indicazioni normative (Convenzione di Aarhus, direttiva 2003/35/CE , Regolamento (CE) n. 1367/2006 ) che più volte abbiamo posto all’attenzione della politica e che prevedono espressamente la partecipazione dei cittadini portatori di interesse “nell’elaborazione di taluni piani e programmi in materia ambientale”.
Il Comitato Non Bruciamoci il Futuro e l’associazione Zero Waste Sardegna continueranno a resistere alle scelte arroganti e incongruenti dell’aggiornamento del piano nelle sedi che riterranno più opportune con l’auspicio che sindaci coraggiosi e consiglieri regionali responsabili facciano la loro parte prima che la Giunta regionale approvi il solito “atto dovuto”, come avvenuto nel passato.