Viviamo in un inferno

24 Luglio 2015
Carceri_h_partbUna detenuta anonima

Pubblichiamo la lettera di una detenuta dall’inferno del carcere di Pozzuoli (Red)

Sono una detenuta di Pozzuoli e vi scrivo da parte di tutte le detenute di questo carcere, anche se nessuno di noi può firmare, altrimenti ci puniscono e ci mettono in isolamento.
Per prima cosa sappiate che tutte le lettere che vi mandiamo, gli assistenti non ve le fanno arrivare per paura che raccontiamo come siamo trattate qua dentro (…) Qui andiamo avanti solo con le minacce, persino per una sigaretta, che è l’ultima cosa che ci è rimasta qua dentro, in questo inferno dove è così facile ad entrare ma così difficile uscire.
Vogliamo informarvi che viviamo in una stanza in cui siamo degradate e costrette a vivere piene di umidità. La mattina dobbiamo alzare i materassi perché sono bagnati e quando viene qualcuno da fuori gli fanno vedere solo la terza sezione che è un po’ meglio, mica li portano alla prima o alla
seconda, dove è molto peggio. In ogni stanza viviamo in 10 persone e devi fare la fila per andare in bagno e svegliarti presto per farti una doccia prima che l’acqua calda vada via; lo shampoo lo possiamo fare solo una volta a settimana, quindi adesso che è estate ci possiamo anche arrangiare, ma
l’inverno, tante volte, fa talmente freddo che ci alziamo solo per mangiare. Il vitto è un vero schifo ed è anche insufficiente. Tante volte pensiamo che è meglio mangiare alla caritas che qua dentro.
I prezzi qui da noi sono un abuso di potere. Paghiamo tutto e addirittura il doppio. Anche le cose di prima necessità, come la carta igienica. Sì, perché qui nemmeno quella ci danno: se hai i soldi ne puoi fare uso, altrimenti non so cosa dovremmo fare. E qui ce ne sono tante a cui mancano i soldi. E con i prezzi che paghiamo qua dentro, i nostri familiari per mantenerci, cosa devono fare? Forse dovrebbero commettere reati pure loro per metterci i soldi sul libretto? E spesso e volentieri vediamo segnati sul libretto anche soldi che non abbiamo speso, ma è inutile anche chiedere spiegazioni.
Certo, c’è qualche assistente più umano verso di noi, ma per il resto ci trattano proprio come fossimo dei mostri viventi. Parliamo anche del servizio sanitario. Qua per prima cosa, anche se qualcuno di notte sta male, l’assistente fa finta di non sentire, perché l’infermeria la notte non vuole essere
disturbata. Quindi devi aspettare la mattina, quando passano con un carrello sempre pieno di psicofarmaci con cui vogliono rimpinzarci, perché preferiscono “addormentarci” per non essere disturbati. Figuratevi che a Pasqua tutte le detenute dormivano in tutto il carcere, tanto che abbiamo
avuto il dubbio che avessero messo qualcosa nel cibo. Noi detenute della Casa Circondariale Femminile di Pozzuoli vorremmo che voi ci aiutiate, ma sappiate anche che anche se verrete, come al solito ci imporranno di dirvi che tutto qui va sempre bene e che ci trattano bene: sono tutte bugie che siamo costrette a dire.
In nome di tutte le detenute di Pozzuoli vorremmo che questa lettera venisse pubblicata su qualche giornale affinché tutti vengano a conoscenza che questo non è un carcere, ma è solo l’inferno, un inferno che siamo costrette a vivere.

Casa Circondariale Femminile -Pozzuoli

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