Vlad Țepeș III Drăculea alias Vlad III Dracula
2 Gennaio 2024Vlad Țepeș III Drăculea in un affresco del castello Esterhazy, XVII secolo
[Marinella Lőrinczi]
In quest’articolo concurează ca notorietate cu cele mai mari personalități istorice ale lumii …”[1] Una “substantial academic industry has even grown up around Dracula”.[2] i titoli e soprattutto i brani in inglese non verranno tradotti per ragioni di fedeltà testuale. L’articolo contiene, infatti, una serie di citazioni da lavori altrui, al fine di non destare malcontenti e impressioni di stravolgimenti soggettivi e intenzionali. Un esplicito lavoro di patchwork, quindi e anche, al fine di supportare il ragionamento in parte soggiacente.
Nel 2023 ha fatto il giro di parecchi paesi, dagli Stati Uniti alla Romania (ma se ne parlava già dal 2022[3]), la notizia secondo cui Count Dracula [è stato] Resurrected: Proteomic Analysis of Vlad III the Impaler’s Documents by EVA Technology and Mass Spectrometry[4]. Di quest’articolo qui interessa soltanto il breve esordio letterario e storico, certamente finalizzato anche a certificare o ribadire l’autenticità e soprattutto l’autografia draculiana dei documenti epistolari quattrocenteschi sui quali è stata condotta la ricerca biochimica (mi si perdoni la terminologia scientifica approssimativa, qui peraltro irrilevante).
Dal riassunto: … Here, we report the results of the MS [= high-resolution mass spectrometry] characterization of the peptides and proteins harvested by the EVA technology applied to three letters written in 1457 and 1475 by the voivode of Wallachia, Vlad III, also known as Vlad the Impaler, or Vlad Dracula. … proteomics data, although not exhaustive, suggest that, according to some stories[quali?], he might also have suffered from a pathological condition called hemolacria, that is, he could shed tears admixed with blood. It is worth noting that more medieval people [e non solo!] may have touched these documents, which cannot be denied, but it is also (N.B.!) presumable that the most prominent ancient proteins should be related to Prince Vlad the Impaler, who wrote and signed these letters. (e non ci sarebbero dubbi in proposito, a quanto pare, soprattutto per quanto riguarda il testo vero e proprio delle lettere, generalmente non breve). Le tre lettere alle quali si fa riferimento, riprodotte fotograficamente nell’articolo … Dracula Resurrected …, sono del 1475 (le prime due; Vlad muore nel 1476) e del 1457 (la terza), meglio comprensibili nell’allegato, nel quale si riafferma l’autografia delle lettere (written and signed in 1457 and 1475 by the voivode of the Transalpine regions, Vladislav Dracul, p. S2), aggiungendovi che sono scritte in latino.
Nella prefazione dello stesso articolo … Dracula Resurrected ..., 2023,si vogliono sintetizzare sia la storia del voivoda e del suo nome, sia il rapporto tra nome e personaggio storici e il protagonista del famosissimo romanzo (1897) dell’irlandese angloscrivente Bram Stoker. Una delle due fonti bibliografiche utilizzate è un articolo del 1999 di 4 pagine, il cui autore sarebbe “Constantin, R.”, dove il primo nome è in realtà il nome individuale, mentre R[ezachevici] è il cognome. Sempre nella prefazione si afferma: The theory that Vlad III and the Dracula of Stoker’s novel were the same person was developed and popularized by historians Radu Florescu and Raymond T. McNally in their book “In Search of Dracula” (The New York Graphic Society, 1972), but according to different historians and literary scholars, the two Draculas do not really have much in common. E perché dovrebbero, quando si tratta di un romanzo senza intenti documentari e non di un saggio scientifico? I due Dracula appartengono, inoltre, a due aree geografico-storiche distinte, seppur confinanti nella realtà, e hanno alle spalle due genealogie ben differenti, di cui quella romanzesca è carica di significati simbolici, alludenti anche all’atmosfera politica coeva a Stoker[5]. E’ ancora più che valida la concisa asserzione formulata nel 1965 dal geografo francese André Blanc, per il quale les Balkans sont [ed erano ai tempi di Stoker, e continuano, ahinoi!, ad essere] plus un problème qu’une région[6]. La si può completare con una constatazione più recente formulata da un importante slavista, vivente negli SUA, secondo cui The vampire figures in Stoker’s gothic imagination [sono] as a channel for the blood and evil that stain European stories about the past, and which determine the temporal context for understanding the otherness of “Other Europe.”[7]
Certamente, i due storici bostoniani, Florescu (d. 2014) e McNally (d. 2002) sono stati degli abilissimi divulgatori internazionali delle proprie idee ed esperienze; ma dal 1972 al 2023 sono trascorsi 50 anni, e la questione del vero primato nell’individuare chi fosse il prototipo storico del personaggio letterario stokeriano (trasformato in vampiro, ugualmente letterario, dallo scrittore irlandese) è stata lentamente ridimensionata e soprattutto storicizzata durante questo non breve mezzo secolo[8].
La questione dell’autografia delle tre lettere in latino firmate da Vlad Dracula è assai più rilevante. La certificazione al riguardo è la seguente (p.S2 di …Dracula Resurrected…, 2023, nell’allegato): the reader of the article will be able to see Dracula’s original autograph, calligraphy, the way the letter was folded and sealed with a seal. Sarebbe stato opportuno che la dichiarazione fosse sostenuta esplicitamente – dal momento che il problema è fondamentale – anche da un filologo o un dipendente dell’archivio di Sibiu (come ad es. dal coautore Tudor Arhire). Infatti qualcun altro, che cercava di descrivere il percorso educativo di Vlad, concludeva disilluso: “Ciò che stupisce oggi coloro che conoscono quest’aspetto della sua vita [= che fosse molto colto] è che nulla di ciò che ha scritto di suo pugno è sopravvissuto.”[9]; quest’articolo non sembra essere lavoro di un filologo, o per lo meno non si citano supporti filologici, per cui – non potendo io accedere al volume collettivo del 2019 (di cui alla nota 1[10]), che raccoglie ed analizza anche documenti provenienti dalla cancelleria di Vlad Dracula – interrogherò autori classici della storiografia e filologia romeno-transilvanica.
Mentre però mi accingo ad esaminare dei lavori di grande affidabilità, vengo a conoscenza di un articolo giornalistico online del 4 settembre 2023, in cui “Uno storico romeno [Vasile Lupașc, storico e scrittore, al quale cedo volentieri la parola; ML] smonta l’ipotesi secondo cui Vlad Țepeș avrebbe pianto lacrime di sangue”[11], aggiungendo che l’articolo di biochimica che qui sta al centro della nostra attenzione sarebbe stato pensato per ottenere visibilità e fama[12], poiché – come si fa capire in lingua volgare – l’argomento Dracula tira. Nell’opinione di Lupașc, ripetuta due volte, il voivoda dicta scrisori, nu le scria, dettava e non scriveva le sue lettere. Quello che manca lo aggiungo io: Vlad conosceva il latino tanto da dettare direttamente in latino? Poco probabile alla luce di ciò che ci racconta ad esempio Ioan Bogdan (1864 – 1919), eminente slavista e filologo romeno[13].
Nel suo lavoro appena menzionato in nota, Bogdan discute di un atto di donazione di Vlad, del 1458, a un monastero della Valacchia, Tismana (la lingua originale del documento non è specificata; pp. 74 – 75); e, inoltre (a pp. 76 – 82), di una lunga ed interessantissima lettera del 1462, scritta in latino nei mesi precedenti la devastante (e famosa) campagna bellica estiva, organizzata da Maometto II contro il voivoda valacco e il suo esercito[14]; questa lettera di Vlad è indirizzata al re d’Ungheria ed è stata scritta – parole di Bogdan – da un secretar … Radu Gramaticul, che è “colui che ha scritto anche il privilegio concesso al monastero di Tismana” (p. 76). Bogdan riproduce l’epistola in latino, ma la sua traduzione è leggibile (in romeno) in un altro lavoro importante[15] del grande storico romeno Nicolae Iorga (1871 – 1940[16]). Iorga aveva ritrovato il documento, in copia, in una importante biblioteca pubblica di Monaco di Baviera e condivise la scoperta con Bogdan (v. Iorga cit., alle pp. 167 sgg.). A p. 167 annota che il documento è scritto in latino, “composto dietro dettatura di Țepeș” (alcătuită după dictarea lui Țepeș). Rimane chiaramente aperta la questione della lingua in cui Vlad avrebbe dettato allo scrivano, indicato da Ioan Bogdan, come già detto, con nome e soprannome.
Si tratta, comunque, di una copia. Ma ci troveremmo per caso davanti ad una delle poche eccezioni rispetto alle usanze linguistiche della cancelleria di Vlad, nei momenti in cui il voivoda valacco si rivolgeva a governanti ungheresi o transilvanici[17]? Niente affatto. Il ricco volume di oltre 600 pp. curato dallo storico Gustav Gündisch (1907 – 1996)[18], testimonia il contrario. I documenti nn. 3120, 3127, 3128 (del 1458), 3218, 3224, 3227, 3236, 3237 (del 1460), tutti indirizzati da Vlad a governanti della città sud-est transilvanica, transcarpatina, di Kronstadt (questo il nome in tedesco, in romeno Brașov, in ungherese Brassó), sono redatti in latino. Gli altri tre documenti in latino, esaminati dall’équipe autrice di … Dracula Resurrected … (2023), non fanno parte di questa serie; gli stessi saranno stati sicuramente sottoposti a critica filologica nel vol. collettivo di A. Gheorghe et alii del 2019 (di cui alla nota 1[19]). Tuttavia, nel 1476, Vlad fa consegnare alla città di Brașov un text slav[20], per “slavo” dovendo qui intendere grosso modo, secondo le spiegazioni di Bogdan leggibili altrove[21], una varietà bulgaro-serba dell’epoca, utilizzata anche in Valacchia per testi scritti, in generale, per la corrispondenza in particolare, soprattutto se di importanza pubblica e collettiva.
A conclusione di questa prima parte aggiungo che ho contattato per mail – manifestando sorpresa per l’assenza di una più professionale dichiarazione di autografia complessiva delle tre lettere di Vlad riprodotte nel 2023 – uno studioso facente parte del team di ricerca, un funzionario dell’archivio di Sibiu, un membro della redazione della rivista implicata (uso il maschile generico). Nessuna risposta, silenzio totale, anzi – più in linea col tema di ‘Vlad il sanguinario’ -, silenzio tombale. E’ però assai probabile che le persone implicate nella ricerca abbiano ricevuto numerose altre lettere esprimenti perplessità o consenso, per cui il mancato riscontro sarebbe comprensibile.
L’associazione semplificata del personaggio stokeriano Dracula il vampiro alla figura storica di Vlad il voivoda crea cortocircuiti folgoranti. Ad esempio, nella prefazione di … Dracula Resurrected … del 2023 si afferma che some scholars and historians theorized that the monstrous vampire legend in Stoker’s famous novel would partly be inspired by a historical figure: The Romanian prince Vlad III, Voivode of Wallachia during the 1400s, also known as Vlad the Impaler, or Vlad Drăculea (the Son of the Dragon). Trascurando il fatto che il nesso tra i due personaggi è ipotizzato e argomentato per lo meno dal 1941[22] (poi analizzato e gradatamente risolto nei termini giusti), il condizionale ipotetico would viene successivamente abbandonato in favore di una convinzione assertiva non affatto documentata bibliograficamente: Stoker [il quale pubblicò prima che gli scholars and historians … would], Stoker quindi came across the name Dracula in an old history book, [and] learned that it could also mean “devil” in Walachia [recte: in Wallachian], and gave the name to his fictional vampire.
An old history book sembrerebbe alludere a un libro qualsiasi di racconti della nonna scovato in soffitta. Mentre invece si tratta di An account of the principalities of Wallachia and Moldavia (1820[23]), il cui autore, William Wilkinson, era un diplomatico, importante per l’epoca[24]. Come indicò Joseph S. Bierman – appunti di Stoker alla mano – già nel 1977[25], lo scrittore avrebbe rinvenuto questo libro nella biblioteca cittadina di Whitby, famosa località marittima nord inglese che nel romanzo viene investita di un ruolo ambiental-paesaggistico importante[26].
Se leggiamo – e ne vale la pena – la pagina 19 dei resoconti di Wilkinson, vi si racconta brevemente degli eventi intorno alla grande battaglia del 1462, durante la quale a capo dell’esercito valacco si trovava il voivoda Dracula; questo nome in Wallachian language means Devil, precisa Wilkinson in nota. Le informazioni sono comunicate da Wilkinson in un modo stringato e non molto accurato, tuttavia i concetti chiave (battaglia, anzi campagna bellica di ampia risonanza europea; coraggio associato a crudeltà ed astuzia che contraddistinguono Dracula) sono stati incorporati esplicitamente nella biografia romanzesca del protagonista. Per cui, messa da parte l’idea di uno stretto e diretto rapporto di “filiazione” tra i due Dracula, i due temi evidenziati sono stati innegabilmente trapiantati nel romanzo[27]; il primo tema compare nel teatrale e fondativo monologo di Dracula sulla propria genealogia (cap. III): … who was it but one of my own race who as Voivode crossed the Danube and beat the Turk on his own ground? This was a Dracula indeed! …
Superficialità bibliografica e mancato aggiornamento, approcci approssimativi, quasi per sentito dire (come quello appena illustrato dell’old history book), i quali destano maggiore perplessità in un altro lavoro, puramente storico-filologico. Non faccio nomi: tutto è leggibile e verificabile online, ma soprattutto è più interessante il fenomeno stesso, o il modo di procedere in sé. Nell’introduzione al vol. collettivo del 2019 presentato nella nota 1 (e così il cerchio si chiude), lo storico che ne è l’autore scrive quanto segue (a p. IX): …
scriitorul britanic Bram Stoker, dornic de glorie, … inspirat din poveștile unui prieten (profesor la Universitatea din Budapesta), despre un prinț valah crud, “setos de sânge”, cum scriau cronicile timpului, unele dintre ele la sensul figurat. Multe din actele sângeroase macabre au foste preluate din viața unei contese maghiare – Elisabeta / Erzsébet Báthory – care a trăit mult după prințul valah. Din acest sâmbure de adevăr, imaginația lui Stoker și a urmașilor săi a țesut tot ceea ce se cunoaște despre vampiri și vampirism. …
Traduzione commentata o completata, quando è il caso: “lo scrittore britannico Bram Stoker [per correttezza politica: irlandese], desideroso di gloria [futura e soprattutto cinematografica, che Stoker certamente non poteva predire quando preparava e pubblicava il romanzo], … ispirandosi a racconti di un amico (professore all’Università di Budapest) [si tratta di Ármin Vámbéry, 1832 – 1913, famoso orientalista e viaggiatore ungherese che Stoker incontrò a Londra[28]], su un principe valacco crudele, “assetato di sangue”, così come stava scritto nelle cronache coeve, in alcune in senso figurato [e in altre invece in senso letterale?]. Molte di queste macabre azioni sanguinarie sono state riprese [da Stoker] dalla biografia di una contessa ungherese – Elisabetta / Erzsébet Báthory – che visse molto tempo dopo il principe valacco [tra il 1560 – 1614]. Da questo nucleo di verità [che invece non lo è, vedi oltre], l’immaginazione di Stoker e dei suoi continuatori ha fabbricato tutto ciò che si conosce sui vampiri e sul vampirismo.” [errata anche quest’asserzione,poichè, com’è ampiamente noto, di vampiri delle credenze popolari e poi di vampiri letterari dei tempi moderni si discute, si polemizza, si racconta dal XVIII secolo in poi – riducendo a poche parole un’intera biblioteca o raccolta di trattati, di saggi e di narrativa letteraria e filmografica di ogni sorta, generata dal tema del vampirismo].
L’iniziativa di associare più decisamente il Dracula romanzesco alle vicende della contessa Báthory era stata presa dagli storici statunitensi R. Florescu e R. McNally nel loro pluritradotto libro del 1972[29], ai quali giunge, a distanza di un anno, una recensione dura di Bacil F. Kirtley (1924 – 2001), antropologo ed etnologo, dalla quale riproduco solo una frase: i due autori include much material that is irrelevant to their subject, presumably because of its macabre nature[30]. Nonostante questo o proprio per questo McNally ribadisce l’idea e pubblica nel 1983 un secondo lavoro derivato da quest’altra folgorante idea del nesso Dracula-Elisabetta[31], la quale, come accade, non è nemmeno del tutto originale. La dimostrazione dettagliata la troviamo in uno scritto della storica della letteratura di lingua inglese Elizabeth Miller (1939 – 2022), docente universitaria canadese. Di lei verrà ricordata la corretta seppur tardiva conclusione (tardiva rispetto alla recensione di Kirtley del 1973, ad es.) di quest’altra vicenda esegetica, draculo-elisabettina[32]:
[“Bathory’s] legend certainly played a major role in the creation of the character of Count Dracula.” (Raymond McNally, Dracula was a Woman, 1989, 99), Rubbish! The hypothetical link between Count Dracula and Countess Elizabeth Bathory … can be traced back to the early 1970s. … It was Raymond McNally who carried the Bathory/Dracula parallel to an untenable conclusion. In 1983, he tried to demonstrate that Stoker had a second historical person in mind … His claim that Bathory played a major role in the genesis of Stoker’s novel is astonishing, given that it is difficult to argue even for a minor role. …[33]
Tuttavia questa convinzione rieccheggia ancora nelle terre di Vlad, ad anni di distanza.
[1] Vlad Dracula l’Impalatore “compete in notorietà con le maggiori personalità storiche mondiali”: dal frontespizio e dalle prime righe della prefazione del vol. curato da Adrian Gheorghe et alii, Corpus Draculianum [Bibliotheca Draculiana]. Studii și documente relative la viața, familia și vremea voievodului Vlad Țepes Drăculea (1420 – 1510), vol. 1/I: Cancelarii valahe,“Studi e documenti relativi a vita, famiglia ed epoca del voivoda V.Ț. D. (1420 -1510), vol. 1: Cancellerie valacche”, Brăila, Editura Academiei Române, Editura Istros, 2019; in rete si possono leggere soltanto le parti introduttive, riprodotte in un pdf blindato.
La prima tiratura del vol. (ripeto: del 2019) è data per esaurita (nel catalogo della casa editrice Istros), e non ne è stata realizzata una successiva. A me interessava l’ed. romena, ampliata/riveduta, e non quella tedesca, precedente. Ne avrei acquistato all’occorrenza un pdf non copiabile, ma non ho ricevuto risposta.
[2] Mathias Clasen, p. 379, in M. C., Attention, Predation, Counterintuition: Why Dracula Won’t Die, “Style”, vol. 46 /2012, n. 3 – 4, pp. 378 – 398; https://pure.au.dk/portal/files/50920534/2012_Clasen_Dracula_ Style.pdf.
N.B.: i neretti nel testo sono di chi scrive.
[3] A mo’ di esempio:
Alin Bratu, Urmele biologice ale lui Vlad Țepeș, prelevate din Sibiu. Cercetătorii caută proteine legate de foamete, stres și sifilis (“Le impronte biologiche di Vlad Țepeș, prelevate a Sibiu. Gli studiosi cercano proteine collegate a carestia, stress e sifilide”; https://www.turnulsfatului.ro/2022/11/12/urmele-biologice-ale-lui-vlad-epes-prelevate-din-sibiu-cercetatorii-cauta-proteine-legate-de-foamete-stres-si-sifilis-198119).
Sempre nel 2022: (“https://www.digi24.ro/stiri/sci-tech/descoperiri/cum-era-dracula-cu-adevarat-o-scrisoare-veche-de-peste-500-de-ani-ar-putea-dezvalui-detalii-despre-viata-lui-vlad-tepes-2180481… (“Come era il vero Dracula? Una lettera di oltre 500 anni fa ci potrebbe svelare dettagli sulla vita di Vlad Țepeș”).
Altri due articoli divulgativi romeni, del 2023, qui: https://www.oradesibiu.ro/2023/03/30/urmele-biologice-ale-lui-vlad-tepes-prelevate-din-sibiu-cercetatori-analizeaza-o-scrisoare-veche-de-500-de-ani/; https://www.turnulsfatului.ro/2023/08/10/rezultatele-analizei-scrisorii-lui-vlad-epes-tinuta-la-sibiu-domnitorul-suferea-de-hemolacrie-o-boala-care-il-facea-sa-aiba-lacrimi-amestecate-cu-sange-204954; nel primo si afferma, pasticciando con dati storici ed onomastici complicati, che Decurgând din actele sale de barbarie și violență, din cauza poreclei sale și, mai ales, din cauza romanului lui Bram Stoker, Vlad a fost transformat treptat în Dracula. (“Dovuto alle sue azioni barbare e violente, a causa del suo soprannome, e soprattutto a causa del romanzo di Bram Stoker, Vlad è stato trasformato gradualmente in Dracula.”).
Dai numerosi articoli in ungherese: Az igazi Drakula véres könnyeket sírt? (“Il vero Dracula piangeva lacrime di sangue?”; https://eduline.hu/campus_life/20230831_Drakula_grof_verkonny_betegseg, ag. 2023.
Per l’Italia v. https://catania.gds.it/articoli/cultura/2023/08/21/dracula-piangeva-lacrime-di-sangue-la-scoperta-a-catania-ac05dc08-de68-42d3-a911-8a6a16f0d83b/; https://www.ilfattoquotidiano.it/2023/08/22/il-conte-dracula-piangeva-lacrime-di-sangue-il-perche-spiegato-da-ricercatori-catanesi-soffriva-di-emolacria-e-aveva-una-malattia-respiratoria/7268498/.
Per il mondo anglosassone, https://www.smithsonianmag.com/history/document-detectives-use-smudges-bloodstains-investigate-past-180980986/ (nov.- dic. 2022); The real Dracula had a strange medical condition, cried tears of blood, https://studyfinds.org/real-dracula-tears-of-blood/, agosto 2023.
[4] Aa. Vv. (formanti una équipe internazionale), 8 agosto 2023 (“Analytical Chemistry”, 2023, 95, pp. 12732 – 12744; https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC10469356/ oppure https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC10469356/pdf/ac3c01461.pdf); l’allegato dell’articolo, che contiene anche la riproduzione fotografica delle tre lettere esaminate, si trova qui: . https://pubs.acs.org/doi/suppl/10.1021/acs.analchem.3c01461/suppl_file/ac3c01461_si_001.pdf; i tre documenti sono custoditi presso l’Archivio di Stato di Hermannstadt (in ted.; Sibiu in romeno, Nagyszeben in ungherese).
Un comunicato stampa del 15 agosto successivo è leggibile qui: https://www.acs.org/pressroom/presspacs/2023/august/resurrecting-legendary-figure-behind-count-dracula.html.
Per l’esattezza il Vlad resurrected non era conte ma voivoda “governatore, signore, principe, comandante dell’esercito”, come precisato più oltre nel riassunto e nell’allegato dell’articolo.
[5] Precedente le guerre balcaniche e la Grande Guerra.
V. a. https://people.unica.it/mlorinczi/files/2008/03/europaea_1996_ii_-1.pdf.
[6] André Blanc, Géographie des Balkans, Paris, Presses Universitaires de France, 1965, p. 6.
[7] Tomislav Z. Longinović, Vampires Like Us: Gothic Imaginary and ‘the Serbs’, in Balkan as Metaphor: Between Globalization and Fragmentation, D. Bjelic – O. Savic, eds., Cambridge, MIT Press, 2002, pp. 39 – 59; a pp. 44 – 45. Cit. in László Kürti (Univ. di Miskolc, Ungheria), The symbolic construction of the monstrous – the Elizabeth Báthory story, “Narodna umjetnost: Croatian journal of ethnology and folklore research”, 46/1, 2009, pp. 133 – 159; a p. 134. Anche gli studi riportati in questa nota sono raggiungibili in rete. Sulla completa otherness di Dracula rispetto all’Occidente si erano già pronunciati anche altri, tra cui Burton Hatlen, The Return of the Repressed/Oppressed in Bram Stoker’s “Dracula”, “Minnesota Review”, 1980, n. 15, pp. 80 – 97. Conviene ricordare anche Stephen D. Arata, The Occidental Tourist: “Dracula” and the Anxiety of Reverse Colonization, “Victorian Studies”, 1990, vol. 33, n. 4, pp. 621 – 645. Le bibliografie di ciascuno arricchiscono il quadro (volevo scrivere completano, ma ciò è impraticabile nel caso della bibliografia draculiana storico-letteraria, amplissima quantitativamente e linguisticamente).
[8] Ho tentano di ripercorrere l’accidentato e assai interessante percorso di come è stato lentamente messo a fuoco, da parte degli studiosi e dei curiosi, il modello storico del Dracula stokeriano, dagli anni ’40 in poi, se non addirittura da prima, in M. Lőrinczi, Sulla mistificazione. Il caso del romanzo Dracula di Bram Stoker (1897), Nuoro, Il Maestrale, 2018 / 2019, pp 60 – 65, soprattutto alla nota 94. Successivamente, nel 2023, è apparsa in Romania l’edizione critica della prima traduzione romena, di Ion Gorun, del Dracula di Bram Stoker, pubblicata nel 1928 – 1929 (a c. di Anca-Simina Martin e Mihai Iovănel, Bucarest, Dezarticulat) di cui qui non è ancora possibile tener conto. Comunque sia, negli anni di progettazione ed elaborazione dell’articolo Count Dracula Resurrected: Proteomic Analysis of Vlad III the Impaler’s Documents …, pubblicato nel 2023, i materiali bibliografici elencati e commentati nel 2018/19, a cui si è accennato, potevano essere a disposizione di chiunque e, a richiesta, anche in pdf, in un lampo!
[9] https://istoriacumari.wordpress.com/2020/05/31/vlad-tepes-si-cateva-aspecte-mai-putin-stiute-din-viata-sa/, del 2020, quartultimo paragrafo: Ceea ce miră astăzi pe mulți dintre cei ce au cunoștință de acest aspect al vieții sale este că nu s-a păstrat nimic scris de el însuși.
[10] Al quale nemmeno gli autori di Count Dracula Resurrected … 2023,cit.,fanno riferimento, ignorando anche la precedente ed. tedesca (del 2017, Wiesbaden, Harrassowitz, lxxii + 266 pp.), di cui quella romena – ripeto, del 2019 – è una versione riveduta. La prefazione dell’ed. tedesca (pp. IX – XII) è consultabile qui (in pdf copiabile): .https://www.academia.edu/40686973/Corpus_Draculianum_Dokumente_und_Chroniken_zum_walachischen_F%C3%BCrsten_Vlad_dem_Pf%C3%A4hler_1448_1650_Bd_1_Briefe_und_Urkunden_Teil_1_Die_%C3%9Cberlieferung_aus_der_Walachei_Wiesbaden_2017 . Mentre una recensione dedicata a questo primo volume del Corpus … è leggibile qui: https://www.cambridge.org/core/search?filters%5BauthorTerms%5D=Castilia%20Manea-Grgin&eventCode=SE-AU.
[11] Di Corina Slămnoiu: https://adevarul.ro/stil-de-viata/magazin/un-istoric-roman-demonteaza-ipoteza-potrivit-2297290.html.
[12] Cred că este doar un articol gândit pt trafic pe site-urile respective și pentru faima autorilor.
[13] Ioan Bogdan, Vlad Țepeș și narațiunile germane și rusești asupra lui. Studiu critic (“Vlad l’Impalatore e i racconti tedeschi e russi su di lui. Studio critico”), Bucarest, 1896; consultabile in rete.
[14] Narrata nella recente docuserie storica turca Rise of Empires: Ottoman (del 2020 – 2022).
[15] Scrisori de boieri. Scrisori de Domni (“Lettere di boiari. Lettere di governatori”), Vălenii-de-Munte (Romania), Datina romănească, 1925, II ed., consultabile in rete.
[16] Assassinato dalla Guardia di Ferro, emanazione dell’estrema destra romena.
[17] Nel secolo XV la Transilvania faceva parte del regno d’Ungheria.
[18] Gustav Gündisch et alii, a c. di, Urkundenbuch zur Geschichte der Deutschen in Siebenbürgen (“Registro di documenti per la storia dei Tedeschi in Transilvania”), Bucarest, Editura Academiei R.S. România, vol VI: 1458 – 1473, 1981.
[19] Sicuramente più ricca di documenti draculiani, rispetto a un secolo fa, a giudicare già dalla quantità presente nell’ed. tedesca del 2017
[20] Ioan Bogdan, Album paleografic […], Bucarest. Socecu, 1905, documento n. 18; https://bcub.ro/lib2life/Documente%20privitoare%20la%20relatiile_supl_Bogdan%20Ioan_Bucuresti_1905.pdf.
[21] In Ioan Bogdan, Documente privitoare la relațiile Țării Românești cu Brașovul și cu Țara Ungurească în sec. XV și XVI (“Documenti relativi alle relazioni tra Valacchia e Ungheria nei secoli XV – XVI”), Bucarest, Carol Göbl, 1905, vol. 1: 1413-1508, di cui il precedente album paleografico – v. nota 20 – è completamento, illustrazione o ‘allegato’; https://en.wikipedia.org/wiki/File:Ioan_Bogdan_-_Documente_privitoare_la_rela%C8%9Biile_%C8%9A%C4%83rii_Rom%C3%A2ne%C8%99ti_cu_Bra%C8%99ovul_%C8%99i_cu_%C8%9Aara_Ungureasc%C4%83_%C3%AEn_sec._XV_%C8%99i_XVI._Volumul_1_-_1413-1508.pdf.
[22] V. qui a nota 8; da completare con altre eventuali informazioni condivise dai curatori della traduzione romena interbellica del romanzo, ripubblicata nel 2023.
[23] William Wilkinson, An account of the principalities of Wallachia and Moldavia, Londra, Longman, 1820, ora in rete: https://books.google.dk/books?id=RogMAQAAMAAJ&printsec=frontcover&hl=da&source=gbs_ge_summary_r&cad=0#v=onepage&q&f=false ; v. a p. 19.
[24] L’unica wikivoce sui di lui è in inglese: https://en.wikipedia.org/wiki/William_Wilkinson_(diplomat).
[25] Joseph S. Bierman, The genesis and dating of “Dracula” from Bram Stoker’s working notes, “Notes and Queries”, 1977, 222, pp. 39 – 41. Il nome di questo studioso – che pubblicò nel 1977 – accanto a quello di Wilkinson da lui citato – che pubblicò nel 1820 – non figurano nella bibliografia della parte introduttiva del Corpus Draculianum …, ed. tedesca (Wiesbaden, Harrassowitz, 2017, di cui già alla nota 10).
[26] Gli abitanti della graziosissima cittadina ne vanno, giustamente, orgogliosi: https://www.english-heritage.org.uk/visit/places/whitby-abbey/history-and-stories/dracula/; belle le foto. Per quanto riguarda l’ambientazione a Whitby di alcuni episodi significativi del romanzo, mi permetto di rimandare al mio vol. pubblicato nel 1995: Paesaggio marino con dame vittoriane. Tre saggi su “Dracula”, Cagliari, CUEC
[27] Alcuni commenatori sono più drastici e ‘negazionisti’: Sans vouloir être iconoclaste ou non-conformiste, je suis de ceux qui pensent que, mis à part le nom (et même ça…), la filiation Vlad Tepes/Dracula n’est pas aussi évidente qu’on voudrait parfois nous le faire croire. Certains auteurs ont «inventé» cette mythologie irritante et persisante et l’ont imposée comme une religion. Je ne fais pas partie des croyants. Relisons donc attentivement le roman au lieu de toujours ressasser les mêmes clichés. (Norbert Spehner – autore canadese -, Bibliographie internationale des études sur Dracula. Dracula: International Secondary Sources, Écrits sur Dracula et Bram Stoker (1): “Marginalia” hors série 10. Bram Stoker and Dracula Studies: Special Issue, gennaio 2010, p. 4; https://numerique.banq.qc.ca/patrimoine/details/52327/2220075.
[28] La storia e le implicazioni della presunta amicizia tra Stoker e Vámbéry sono state ricostruite e contestualizzate in M.L., Sulla mistificazione. Il caso del romanzo Dracula di Bram Stoker (1897) – titolo inserito qui anche alla nota 8 -, a pp. 32 sgg. (cap. 10: Il “complotto Dracula” teorizzato negli anni ’70).
[29] Raymond T. McNally, Radu Florescu, In Search of Dracula: A True History of Dracula and Vampire Legends, Greenwich, Connecticut, New York Graphic Society, 1972; ed. it. Alla ricerca di Dracula, a c. di Maria Gallone e Filippo Raffaelli, Roma – Milano, Sugar, 1973.
[30] Bacil F. Kirtley (recensione a McNally – Florescu, 1972 cit.) “The Journal of American Folklore”, 1973, vol. 86, n. 342, pp. 400 – 401.
[31] Raymond T. McNally, Dracula was a Woman. In Search of the Blood Countess of Transylvania, New York, McGraw-Hill Book Co., 1983; edd. successive 1987, 1989.
[32] Elizabeth Miller, Bram Stoker, Elizabeth Bathory and Dracula; https://bathory.org/miller02.html. … The following is a revised excerpt from Elizabeth Miller, Dracula: Sense & Nonsense (2000) [Westcliff-on-Sea. Desert Island Books Limited , edd. successive 2006, 2011].
[33] Della storia vera della contessa ungherese, successivamente deformata in leggenda, si è occupato più recentemente László Kürti in The symbolic construction of the monstrous – the Elizabeth Báthory story, 2009, articolo già citato alla nota 7.
Per gentile concessione della redazione di “Carmilla online. Letteratura, immaginario e cultura d’opposizione”.