Volti della politica nel Mediterraneo
1 Agosto 2016Salvatore Santuccio
Volti della politica. Protagonisti nel Mediterraneo tra Ottocento e Novecento, a cura di Emanuela Locci inaugura la collana Storia e Società dell’Editore Bastogi in modo lungimirante, la curatrice in particolare mette da subito l’accento su tematiche di estrema attualità pur partendo da saggi e periodi storici differenti ma che vedono nelle politiche degli Stati che si affacciano nel Mediterraneo la sua ragion d’essere. Leggendo i diversi e a se stanti capitoli si ha la sensazione non solo di addentrarsi nelle biografie di uomini illustri che hanno segnato la vita politica di Stati come la Libia, l’Egitto, il Marocco, la Turchia o la Siria o le problematiche di regioni come la Sardegna e i Paesi Bachi ma anche di poter risalire facilmente a situazioni che rivedono nell’attualità il loro non sopito dibattito. Il saggio di Emanuela Locci propone opportune considerazioni sulla presa del potere del pasa Yusuf Qaramanli in Libia che attraverso inganni fratricidi riuscì a governare tra il 1796 e il 1838 in modo autoritario all’interno ma aprendosi all’estero attraverso provvedimenti che abolirono la schiavitù dei cristiani o l’abbandono della pratica della corsa. Il governo di Yusuf viene tuttavia ricordato dall’autrice per essere stato il primo a dichiarare guerra agli Stati Uniti il 14 maggio 1801, infatti, proprio per i citati problemi della corsa, gli Stati Uniti si rifiutarono di pagare l’aumento del tributo annuo per la “protezione” dagli attacchi, ciò innescò una guerra che si protrasse fino al 1805. Con dovizia di particolari l’autrice racconta anche le trame politiche che tessero gli statunitensi per organizzare un colpo di stato che ponesse il fratello di Yusuf al potere, colpo di stato che fallì. Il secondo capitolo affidato a Roberto Ibba illustra la figura del lombardo Gaetano Semenza un uomo politico liberale e mazziniano vissuto in pieno Risorgimento che tra i tanti avvenimenti di cui fu protagonista è sicuramente ricordato per aver fondato il quotidiano “Il sole” che diede origine al “Il Sole 24 ore” e per aver creduto fermamente che il progresso dell’Italia passasse necessariamente dalla costruzione e dall’ampliamento della rete ferroviaria. L’autore centra particolarmente la figura del parlamentare attraverso i suoi interventi contro “la tassazione indiretta, in particolare contro l’emblematica tassa sul macinato, confrontandolo con il sistema inglese, che lui ben conosce, in cui si è ridotta drasticamente la pressione fiscale sugli alimenti per migliorare la situazione nutrizionale dei cittadini” (p.41). Il terzo capitolo ci porta a discutere del principale ideologo del Partito della Rinascita Araba Socialista, Michel ‘Aflaq, che dalla Siria divenne “punto di riferimento della politica mediorientale nel secondo dopoguerra, determinando la nascita dei regimi ba’thisti siriani e iracheni” (p.51). Carlotta Stegagno, l’autrice del capitolo, descrive la vita di Michel sin dalla sua formazione culturale che sostanzialmente si è svolta alla Sorbona sottolineando la circostanza del suo avvicinamento al Comunismo. Il capitolo descrive in rapida successione la fondazione del partito Ba’th, la sua fusione con il partito socialista arabo e la funzione dell’ideologia di ‘Aflaq nella nascita della Repubblica Araba Unita fino ad arrivare a temi di stretta attualità come la salita al potere di Assad. Con il capitolo di Manuela Deiana ci addentriamo nel Marocco alle prese con l’indipendenza coloniale e precisamente con la presa del potere del sultano Mohammed V che vi regnò dal 1927 al 1961. Considerato come il padre della patria l’autrice percorre tutte le tappe dalla formazione alla fedeltà alla Francia durante la seconda guerra mondiale, dall’esilio al rientro in Marocco nel 1955 con la formazione di un governo marocchino “responsabile e rappresentativo, espressione autentica della volontà del popolo, che avrebbe compiuto tre missioni principali: la gestione degli affari pubblici; la creazione di istituzioni democratiche frutto di elezioni libere fondate sul principio della separazione dei poteri …, l’apertura di negoziati con il governo francese” (p. 84). Il capitolo successivo descrive una delle figure più rappresentative del nazionalismo basco: Josè Antonio Aguirre. Come ricorda l’autrice del capitolo Alessandra Usai, Aguirre presiedette per soli nove mesi il primo governo autonomo dei Paesi Baschi ma con l’insurrezione franchista il suo governo cominciò un lungo periodo di esilio e lo stesso Aguirre non ebbe più la possibilità di rientrare nella sua terra natale. La personalità dell’uomo politico viene ben delineata attraverso il parallelismo tra gli ideali politici e il pragmatismo che lo contraddistinse. Il capitolo successivo ci porta ad analizzare la Turchia degli anni Cinquanta attraverso la politica di Adnan Menderes. L’autore, Francesco Pongiluppi, lo pone in primis tra i fondatori del Partito Democratico turco descrivendone le idee che privilegiavano il rispetto della proprietà privata e la tolleranza religiosa oltre ad un atteggiamento orizzontale per la partecipazione sociale all’attività politica, principi questi che portarono il partito di Menderes alla vittoria nelle elezioni e lo stesso a capo del governo. Il capitolo continua con la descrizione della questione di Cipro e i pogrom del 1955 che, assieme ai dissapori con l’establishment militare portarono al suo arresto e alla sua condanna a morte. L’ultima biografia, affidata a Carmen Corda, è quella di Gamal ‘Abdel Nasser che attraverso un colpo di stato spodestò Naguib sostituendolo alla giuda dell’Egitto. L’autrice sapientemente oltre a delineare i risvolti politici della presa del potere di Nasser centra la sua analisi nella novità delle modalità utilizzate da questo statista per coinvolgere le masse a dare fiducia al suo operato in particolare attraverso la propaganda della radio “Voce degli arabi”. Quest’ultima, in un clima di analfabetismo e ignoranza, riuscì ad amplificare il carisma di questo uomo politico che unì all’intimidazione operata attraverso l’esercito alcuni provvedimenti che portarono ad una nuova dignità il popolo egiziano.